L’autonomia dei giovani in uscita da spazi di tutela

Chiavi di casa

Cambia il vento

A volte basta una mail per far cambiare il vento e quel giorno accadde proprio così: “Buongiorno dottor Tuggia, mi chiamo Luca Cateni e sono il responsabile di un servizio di appartamenti educativi per neo maggiorenni e mamme con bambini, denominato “Chiavi di casa”, della Cooperativa Arimo.

Ho letto con interesse l’articolo apparso su Animazione Sociale “Non solo un appartamento di sgancio”[1], ritrovandomi in molte considerazione e condividendo molti spunti di riflessione.

Mi piacerebbe poter approfondire con lei alcuni temi e raccontarle della nostra esperienza, recentemente arricchita dall’essere in un contesto di housing sociale collaborativo di Milano e dall’aver intrapreso la sperimentazione di un Centro Diurno Diffuso, in parte sostenuto dal pensiero di Paolo Mottana[2] e dal concetto di “abbattere il quarto muro della comunità”[3].

Ora, anche l’ego più umile si sentirebbe come minimo solleticato vedendo citati due propri articoli, indicato come riferimento uno dei propri mentori, in questo caso Paolo Mottana, e utilizzate nel testo della mail una serie di parole chiave familiari.

Non conoscevo la Cooperativa Arimo e così leggo qualcosa che trovo qua e là in internet. Faccio qualche domanda ad amici e colleghi. Sento di entrare in un campo dove ci sono delle straordinarie sintonie, ma anche avverto che qualcosa mi sfugge.

Insomma, ci sono tutti gli ingredienti tipici per iniziare una nuova avventura professionale e così accetto la sfida, desideroso e, come al solito, un po’ timoroso di scoprire cosa mi aspetta.

Mi incontro con Luca e Barbara Pessina, un’educatrice che da anni condivide e costruisce con lui l’esperienza di “Chiavi di casa”.

Tra caffè, pranzo e ancora caffè, parliamo per circa cinque ore. Faccio domande, li sprono a spiegarmi, ad aiutarmi a capire. Qualcosa la inquadro, ma molto continua a risultarmi inafferrabile. Finisco questo incontro con la sensazione di aver conosciuto qualcuno che ha portato fino alle estreme conseguenze nella realtà operativa molte delle idee che per anni ho cercato di sostenere e di promuovere. Questo mi dà qualche vertigine: su alcuni aspetti li sento così “oltre” che le mie categorie non sono sufficienti per comprendere l’esperienza che mi hanno raccontato.

Però mi hanno chiesto qualcosa che mi ha tranquillizzato un po’ perché mi permetteva di stare anche sul mio terreno: desideravano essere accompagnati in un percorso che aiutasse la loro équipe di lavoro a riflettere sull’esperienza accumulata in questi anni. L’obiettivo era di far emergere le tracce teoriche e di metodo che sostengono il servizio de “Chiavi di casa” per poterlo raccontare all’esterno ed essere meglio capiti.

Mi sono così incontrato alcune volte con l’équipe, composta da Luca, Barbara, Silvia e Michele. Ci siamo visti a Milano, presso la loro sede a Cenni, un quartiere appositamente ricostruito per realizzare un’esperienza di housing sociale. Quanto ora racconteremo a più voci è il frutto delle nostre lunghe e appassionate chiacchierate.

La rivista Animazione Sociale ha gentilmente deciso di ospitare le nostre riflessioni. Sono stati prodotto sei articoli che sono stati raggruppati e distinti in due parti per esigenze di spazio.

Qui trovate il link che vi permette di leggere i primi tre articoli contenuti nella prima parte, pubblicati nel n° 9/2018 di Animazione Sociale che nuovamente ringraziamo di cuore per aver valorizzato questo nostro lavoro.

 

[1] Gallineri M., Nardo W., Tuggia M. (2017), Non solo un appartamento di sgancio. Uno spazio diffuso per la ricerca di autonomia per i neomaggiorenni”, in Animazione Sociale 308/2017, Gruppo Abele, Torino

[2] Paolo Mottana è professore ordinario di filosofia dell’educazione all’Università di Milano Bicocca

[3] Tuggia M. (2014), Alle comunità educativa bastano tre mura. Cinque prospettive di cambiamento per le comunità educativa con minori, in Animazione Sociale, settembre/ottobre 2014, Gruppo Abele, Torino

 

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